Questa mattina riparto con energia dopo un’ottima colazione in ostello. L’infiammazione alla gamba, grazie alla crema al cortisone sta passando e anche il dolore. Mi sono sentita al sicuro e confortata nel piccolissimo albergue “La Llosa de cosme”di Pineres e lo consiglio vivamente. Ospita solo sei persone e offre un ambiente molto intimo con una bellissimo giardino dove ho cenato con gli altri pellegrini che ovviamente non conoscevo. Abbiamo parlato a lungo, spesso in inglese, ma anche ognuno nella propria lingua e ciò che si crea è una piacevole sensazione di comprendere ed essere compresi. Abbiamo condiviso il cibo che ognuno aveva comprato nel supermercato del paese precedente perché a Pinares non ci sono né ristoranti, né supermercati. Un pellegrino tedesco portava con sé un rotolo molto pesante, un involucro che conteneva foto artistiche da lui scattate nei numerosi cammini. È stata una serata magica, dove ogni paura o preoccupazione è svanita, lasciando il posto alla serenità. Ho parlato dopo cena con il ragazzo italiano che ho conosciuto nei giorni scorsi e che mi ha dato diverse informazioni sulle tappe successive, avendo già fatto questo cammino. Questa mattina ognuno è ripartito da solo con i suoi tempi. Io ho deciso di deviare seguendo un percorso alternativo verso l’oceano, avevo bisogno di risentire il suono delle onde che è diventato il mio compagno di viaggio e che mi infonde coraggio. Nelle ultime due tappe avevo camminato molto sulla caretera perché in una deviazione non ben segnalata mi ero persa e avevo fatto diversi chilometri in più e, un po’ perché sto in questi giorni facendo tappe lunghe, un po’ per il caldo, avevo preferito non rischiare. Oggi però la voglia di ritornare sulla costa era troppo forte.